giovedì 18 novembre 2010

...ma perchè si deve sempre pensare al complotto?



Sono stata testimone di un evento di cui possa un giorno dire con orgoglio: Io c'ero!.

Alla Stazione Leopolda di Firenze c'è stata "Prossima Fermata: Italia" ; la convention, come hanno scritto i giornali, dei rottamatori, capitanata da Matteo Renzi, sindaco della città ospitante. Io, dei 3 giorni, ho partecipato soltanto alla giornata conclusiva, quella di domenica mattina. Erano presenti tantissime persone, qualcuna anche famosa, che si è affiancata a questo movimento giovane per età e per l'età anagrafica delle persone presenti.

Io e Principino abbiamo sentito subito una forte energia, dentro l'entourage di accoglienza ma soprattuto entrando dentro la sala principale. Tutte le persone presenti erano silenziose. Molto attente. Non mi ricordo, se non ad un funerale, una moltitudine di persone che fanno silenzio e stanno attente a quello che si sta dicendo. Sul palco, l'ospite di turno, che aveva a disposizione soltanto 5 minuti per poter esprimere una parola e un concetto legato alla stessa. Per tutti 5 minuti. Nessun vantaggio per alte cariche parlamentari o sindaci. Per tutti gli stessi 5 minuti.
Accanto alla panchina di legno dove si susseguivano gli ospiti, il microfono con il display segna tempo mooolto stile President of White House e poi la scrivania degli organizzatori di questo evento: Matteo Renzi e Giuseppe Civati.

Molto si è detto su questo movimento, i Rottamatori vengono chiamati. Beh non sono soltanto quello. Non vogliono solo rottamare. Diciamo che vogliono cambiare quello che non gli va in questa Italia che viene vista ormai da tutti come L'Italietta. Anche cercando di svecchiare il nostro sistema dirigente. Che ci piaccia o no il nostro presidente del consiglio ha 74 anni. La nostra classe dirigente ha l'età della pensione e molti questa lauta pensione la percepiscono già. Ma si è parlato anche del futuro. Del nostro futuro e di quello che lasceremo un giorno ai nostri figli. Così non abbiamo futuro. Non lo avrà chi verrà dopo di noi.

Si dice e si scrive che Matteo Renzi, che continua in tutte le interviste cartacee e tv a dire che vuole SOLTANTO fare il sindaco della città più bella del mondo, e giuro che per quello che ne so, per quello che ho trovato sui vari siti fiorentini, sta veramente facendo un ottimo lavoro, vuole arrivare ai vertici del partito. Ma perchè non credere alle sue parole? Perchè non cercare di capire che una persona intelligente può pensare di dare una scrollata a questo mondo politico (soprattuto a sinistra) fermo e immobile, di volerlo fare per dar voce a tanti giovani e non scontenti e insoddisfatti delle persone che li rappresentano, perchè non possiamo credere che lui voglia soltanto farsi portavoce di un nuovo movimento, e che poi non gestirà lui direttamente? Certo, la creatura che sta iniziando a muovere i primi passi è anche sua...ma non soltanto...


Io mi sento testimone della nascita di qualcosa di nuovo, che spero che continui e si faccia strada tra le persone, le persone vere.

Vi lascio la Carta di Firenze. Io ci credo.

CARTA DI FIRENZE

Noi.

Noi che abbiamo imparato a conoscere la politica con tangentopoli e il debito pubblico e che oggi troviamo la classe dirigente del Paese occupata a discutere di bunga bunga e società offshore.
Noi che nonostante quello che abbiamo visto, fin da bambini, crediamo nel bene comune, nella cosa pubblica, nell'impegno civile.

Noi che ci siamo riuniti a Firenze per ritrovare le parole della speranza. Noi che abbiamo voglia di incrociare i nostri sogni e non solo i nostri mouse. Noi che crediamo che questo tempo sia un tempo prezioso, bellissimo, difficile, inquietante, ma sia soprattutto il nostro tempo, l'unica occasione per provare a cambiare la realtà. Noi.

Noi vogliamo gridare all'Italia di questi giorni meschini, alla politica di questi cuori tristi, al degrado di una solitudine autoreferenziale, che si può credere in un'Italia più bella.

Sì, noi crediamo nella bellezza, che forse non salverà il mondo, ma può dare un senso al nostro impegno. La bellezza dei nostri paesaggi, delle nostre opere d'arte, delle nostre ricchezze culturali, certo. Ma soprattutto la bellezza delle relazioni personali, la bellezza di andare incontro all'altro privilegiando la curiosità sulla paura, la bellezza di uno stile di vita onesto e trasparente.

Da Firenze, patria di bellezza, ci mettiamo in gioco.
Senza pretendere posti, senza rivendicare spazi, senza invocare protezioni. Senza chiedere ad altri ciò che dobbiamo prenderci da soli.
Ci mettiamo in gioco perché pensiamo giusto che l'Italia recuperi il proprio ruolo nel mondo.
Ci mettiamo in gioco perché non vogliamo sprecare il nostro tempo.
Ci mettiamo in gioco perché abbiamo sogni concreti da condividere.

Ci accomuna il bisogno di cambiare questo Paese, un Paese con metà Parlamento, a metà prezzo, un Paese dalla parte dei promettenti e non dei conoscenti. Che permetta le unioni civili, come nei Paesi civili; che preferisca la banda larga al ponte sullo Stretto; che dica no al consumo di suolo, e sì al diritto di suolo e di cittadinanza. Un Paese in cui si possa scaricare tutto, scaricare tutti; che renda il lavoro meno incerto, e il sussidio più certo. Che passi dall'immobile al mobile, contro le rendite, e che riduca il debito pubblico, la nostra pesante eredità.

Vogliamo rispondere al cinismo con il civismo. Alla divisione con una visione. Alla polemica con la politica. E vogliamo farlo con la leggerezza di chi sa che il mondo non gira intorno al proprio ombelico e con la serietà di chi è capace anche di sorridere, non solo di lamentarsi.

Da Firenze, laboratorio di curiosità, vogliamo provare a declinare il coraggio contro la paura, condividendo un percorso di parole e di emozioni, di progetti e di sentimenti perché la prossima fermata sia davvero l'Italia. Un’Italia che oggi riparte dalla Stazione Leopolda, la Prossima Italia.



http://www.andiamooltre.it/firenze/

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