lunedì 30 gennaio 2012

...come un fiore di mandorlo...



...domani dice che il cielo comincerà a nevicare neve fresca, che azzererà i sapori, che non ci farà sentire più odori, tutto diventerà bianco e splendente, in un atmosfera surreale e magica.

Riparto, nuovamente, da qui.



Apprezzerò il silenzio. Il bianco. Come se fosse una tavolozza bianca. In cui poi ricominciare a scrivere la mia storia, con un sacco di pastelli a cera, che ti lasciano il profumo sulle mani, tutti colorati.

Poi, voglio tornare ad assaporare il sole, l'aria fresca, la primavera anche se è lontana...cercherò di fare piccoli passi verso la felicità, piccoli tasselli da aggiungere a non so quale puzzle che mi ritrovo a costruire e disfare, costruire e disfare...

Piccoli piaceri, piccole dosi di sorrisi, cose e non più persone da curare...e forse curare anche un pò di me...capire che non devo buttarmi così...senza mai il paracadute, pensando che dall'altra parte una persona sarebbe disposta a riprendermi al volo come fare io...

...lo so, l'ho già detto, scritto, giurato e spergiurato.

Ma stavolta ci voglio provare. E se non ce la farò, beh...vorrà dire che le persone non cambiano davvero. E io sarò tra queste.

giovedì 19 gennaio 2012

...di nuovo...

...e mi ritrovo ancora una volta con le stesse sensazioni...di vuoto...di delusione...e un pizzico di rabbia...in genere dovrebbe essere il contrario..tra la rabbia e la delusione intendo...

...una persona che c'era, con il cuore, che è arrivata inaspettata, mi ha cercata, voluta, conquistata, presa e, credo, forse, amata.

E che poi, per il panico che la vita ti porta ad avere alla mia età, per il bagaglio di tutte le esperienze che uno si porta dentro, beh ha deciso di metterci un freno. Un bel freno a mano tirato.

Ma non soltanto. Ha deciso di prendermi in giro. Di piangermi davanti ai miei occhi, di dirmi che non ce la faceva ad arrendersi a questo sentimento. Che io ero troppo. Troppo ironica, troppo simpatica, troppo sensibile, troppo amabile. Come un vino nobile. E poi di non fuggire. Di non scappargli via.

...e mi ritrovo a salutarlo davanti agli altri, ricevere lo stesso sorriso con i suoi occhi che centrano i miei, perfetti, precisi, come sempre.

E dopo dieci minuti, una telefonata, il mondo che crolla, lui che è uscito con un'altra. Che conosco. Furbo anche.

Prendo la macchina, arrivo sotto casa sua, scendo, suono, mi apre con il suo sorriso e io una furia.

Gli ho chiesto il perchè, anche se lo sapevo. Si è sentito braccato, ha conosciuto lei è andato in paranoia, non poter uscire liberamente con una ragazza, non poterci fare lo stupido baccagliarla.
Questo non è il momento giusto, non ha mai fatto così, ha avuto sempre storie lunghe, sempre impegnato con rispetto, e ora non vuole questo. Razionalmente non lo vuole.
Abbiamo urlato, lui si è preso tutte le colpe, dello stronzo, del bambino, dell'idiota, un mezzo schiaffo...ma micro eh...
Poi abbiamo iniziato a parlare con calma. Di lui. Del suo passato. Di me. Gli ho detto che era da bambini rinunciare a questa cosa per tutte queste paure. Ma lo capisco anche.
"Ti sono mancata?" "Da morire."
Ad un certo punto mi ha detto "Vedi non riusciamo nemmeno a litigare senza metterci un sorriso io e te." E questo mi ha fatto male. Tanto.
Gli ho chiesto ripetutamente perchè. La risposta è sempre stata la stessa. "Perchè ho paura, non voglio legarmi ora, son stato un idiota e te non te lo meriti." E la rabbia saliva.
E poi passava, quando i suoi occhi parlavano per lui, quando mi diceva "offendemi che ci sto meglio, invece di fare quel sorrisino sarcastico."
Non so quante cose ci siamo detti, tante, molte, sul passato di ognuno, sulle proprie fragilità, su quello che non sappiamo volere dalla vita, su cosa andiamo a rinunciare perdendoci.
Non mi chiedere come, ma io mi son ritrovata tra le sue braccia, abbracciata stretta a lui, con i mega sospiri. Mi è sembrato un tempo infinito.
Lui mi ha chiesto a cosa stavo pensando. Gli ho detto che avevo paura. "Di cosa?", mi ha chiesto. "Che se esco ora da questa casa, non ci tornerò mai più."
Mi ha stretto forte. Dopo un pò mi son alzata, ho preso il giacchetto, me lo son messo, lui mi ha abbracciato,e son andata via.

sabato 14 gennaio 2012

Fuggire.

...e la paura di essere di nuovo un pò felice si è impadronita di me...

...quando non c'è nulla da temere, quando si può riuscire a tornare a sorridere, ad provare una piccola sensazione di felicità, io sento che non mi può, non mi deve appartenere...

...in tutto quello che faccio, non riesco a non pensare che poi scoppierà tutto, o peggio, si dissolverà come una bolla di sapone...

...tutto il mondo intorno si evolve e va verso una direzione precisa...la mia è per forza ostinatamente contraria alla corrente...per forza.

Io non so se riesco a stare in questa società, non so son capace di continuare a respirare, sorridere, mangiare, dormire, godere di un alba o del mare, il mio adorato mare...

...ho paura di un domani, un domani in cui dovrò ritirare fuori vecchi discorsi, vergognarmi del mio essere speciale, di avere una cosa speciale dentro ma che purtroppo è un difetto...vero e proprio...

...e vedere dall'altra parte la pietà, il volto cambiare espressione, l'allontanamento, il mio fuggire e non essere inseguita...il dolore di nuovo, prepotente, stagnante...

...credo di non poter sopportare tutto questo, oggi mi son vista come una cosa difettata, una cavia da laboratorio impossibile da utilizzare perchè diversa, una casa a cui manca un piano, il secondo, quello che riesce a tenere in piedi il terzo, che guarda il cielo infinito...

...mi manca qualcosa dentro, che mi porterà a farmi mancare per sempre la cosa a cui tutti guardano: il futuro.


...e trovare una persona che non ti lascerà fuggire, che ti stringerà forte anche quando confesserai tutto quello che dovrai, e riuscire a guardarlo negli occhi, supplicando dentro di non vedere la pietà...sarà impossibile.

Credo che fuggire dal mondo sarà l'unica via.

lunedì 9 gennaio 2012

...in fondo le lascerai li. Sempre.

...non aprire mai certe scatole in fondo ai cassetti...sono soltanto dolori che volevi dimenticare...anelli incatenati che avevi sentito indissolubili...e che non lo sono stati mai...

...lascia che il dolore rimanga sulla soglia, non lo fare entrare.

Non avrai il coraggio di buttarle quelle scatole, allora spingile più giù...lasciale li, per chi o per cosa non lo sai, non ci sarà mai nessuno o nulla a cui serviranno...

...ma non puoi fare altrimenti.

Lasciale al loro destino.

Lo sai che non le potresti abbandonare mai, ma crederci per un attimo è stato bellissimo.