martedì 11 ottobre 2011

La Chiave Nuda




"Lo sai che non ho più le chiavi di casa tua, lo sai. So che pensi non sia così, ed in effetti non lo è, ma mai e poi mai lo ammetterò. Avere la chiave, nuda e cruda così mi fa stare bene, mi fa stare sicura. Posso pensare, ad averla nella tasca dei jeans, che in un attimo, per qualsiasi cosa, io potrei essere li, mi potrebbe mancare una scarpa, un cd, si lo so ho preso tutto da li, ma potrebbe darsi che mi sia dimenticata qualcosa, che il cd che ho bisogno di sentire proprio adesso lo avessi lasciato li, mischiato tra i tuoi. E non importa se mi manca la chiave del portone esterno, suono alla Signora Lidia, le dico che le ho lasciate in ufficio e lei mi aprirà. Magari mi fermo un secondo sul suo pianerottolo a fare due parole, così è contenta. E allungherei anche l'attesa. L'attesa che monta nel salire per altri due piani fino ad arrivare davanti alla porta di casa. Adesso è di casa tua. Ma fino a poco tempo fa, beh, era anche la mia porta. Il mio tappetino, con la rana verde incoronata come un principe. La nostra maniglia. La nostra targa incisa che non c'è mai stata. Mi sento mia anche lei. Potrei prima origliare un pò, potrei avvicinarmi allo spioncino per vedere se lo avessi lasciato su, per capire se ci sei, se sei solo, se ci sono rumori, di altre persone, di nuove cose portate, di altri donne lasciate. Forse potrei entrare piano, senza far rumore e scoprire che è tutto diverso, che hai spostato tutto, attaccato i nostri quadri che attendevano li un tuo momento, lo stesso che ho atteso io, a lungo. Il momento perfetto in cui tu saresti stato capace di allontare il resto del mondo e guardare me, prendere me, cercare me, volere me, avere me. Questo ti è mancato. Forse è arrivato ora, insieme alla tinta che ho trovato nello stanzino, quel colore che avrei tanto voluto per la colonna di ingresso. Forse troverei anche un nuovo divano, una nuova televisione e poi anche una nuova foto, una nuova coppa dei tuoi trionfi. Potrei scivolare piano in cucina, e capire che quel messaggio nascosto c'è ancora. Quel messaggio che si nascondo dietro lo sportello del mobilino piccolo, fatto quasi a posta per tutte le spezie che abbiamo comprato in giro, ma poi cosa si comprano a fare tutte quelle spezie se non sappiamo nemmeno che sapore hanno, quello del nostro primo anno insieme, che scrissi la mattina appena sveglia mentre aspettavo che il caffè salisse. Tu ancora dormivi, io avevo preparato un vassoio con i cornetti caldi e i biglietti per il concerto, e mi è venuto in mente che se avessi scritto li dentro qualcosa tu non lo avresti visto per almeno sei mesi buoni. E così ho fatto. E son sicura che se adesso, entrando in cucina, provassi ad aprire quel mobiletto, il messaggio ci sarebbe ancora. Li al suo posto. Non lo cancellerei, non lo cancelleresti mai. E' un ottimo deterrente per le tua avventure, le donne che frequentano la tua cucina saranno poche, dato che nessuna si ferma a dormire da te, le riaccompagni dolcemente alla porta chiedendo se hanno bisogno di un taxi, e le baci dicendo che domani le chiamerai. Hai fatto così anche con me. Ma se per caso, una di queste dovesse riuscire a rimanere li tutta la notte, sicuramente tu lasceresti lo sportello aperto del mobilino, in modo che lei possa vedere il messaggio scritto. E che capisca che tu sei impegnato. Non confermerai, non negherai, lei se la prenderà e non dovrai nemmeno fare finta di volerla chiamare il giorno dopo.

E mi fermerei qui, davanti al corridoio, vuoto e senza nemmeno una foto, perchè per quelle non hai ancora trovato il tempo, il modo, il punto preciso, la cornice giuste. Rimangono chiuse nel cassetto, come fossero venute male, come fossero sfocate, come siamo stati noi. Nella camera non posso venire, non posso proprio rischiare di trovarti li con qualcuna o peggio, trovarti da solo, sperare ancora che tu non abbia avuto nessuna, tu stia sempre pensando a me, che non riesca a guardare in quel modo un'altra donna, che non riesca a sfiorale la mano, il collo, che il suo odore non ti dia noia perchè non è il mio. Non posso sfidare il destino, non posso chiedergli che il tuo lenzuolo sia disfatto solo da una parte, che si divida in due parti completamente diverse, una perfettamente liscia, l'altra un caos assoluto di grinze e pieghe. Capissi che tu non hai avuto nessuna nel frattempo sarebbe un colpo che il mio cuore non riuscirebbe a sostenere, vorrebbe dire che quello che dicevi era vero, che i tuoi occhi dicevano la verità, che io non volevo crederci ma in fondo era così, che avevi ragione tu. Non posso entrare in quella camera, la mia vita ancora non si è ripresa senza di te, senza l'averti accanto nell'anima e mai fisicamente, e forse è la scelta sbagliata perchè forse, realizzando veramente che sei andato avanti, che il tuo corpo mi ha già dimenticato, che altre donne hanno preso il mio posto, hanno giocato sotto quelle lenzuola, hanno provato ad averti e ci sono riuscite anche per un attimo, forse il mio cuore smetterebbe di battere per te, forse riuscirei a staccarmi più in fretta, vedrei la lontananza come il tempo che fa bene.

Io non dovrei avere questa chiave, perchè io sono una persona sincera, in genere, io ho negato di tenerla in tasca, di averla sempre con me a te, e al resto del mondo, ho detto a me stessa che la tenevo per affetto, che l'avevo per sicurezza, per un'evenienza, ma forse ne avevo bisogno. Fino ad oggi. Adesso che la lascio qui, su questo pavimento, per un'altra, che arriverà presto.

Ma quella scritta, quel ricordo, quella sarai tu a toglierla. Fino a che vorrai, sarà dietro quello sportello, il fine per cui ci starà fino a che tu lo deciderai, starà a te sceglierlo."

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